Insegna luminosa

Insegna luminosa

martedì 30 giugno 2015

L'arca acca, il pesce là, ovvero a cavallo di un pesce indomito


In questo mondo sempre più alla rovescia, come dal fondale profondo del mare si fanno scoperte rocambolesche.
L’altro giorno ho comprato in un bar degli anelli al formaggio: avevo fame. Poi ne ho tirato uno a un piccione per fare la generosa pelosa e lui mi ha snobbato: deve aver pensato fosse un canotto e quindi se uno ha fame non gli puoi dare un canotto, lo dovresti nutrire amorevolmente.
Direte che il piccione si è comportato da ingrato, io dico che il piccione è stato un duro: ho dubitato che gli anelli gialli fossero di formaggio e ho cominciato a pensare che si trattasse veramente di un canotto di gomma. Boh
Oggi ho avuto una grande soddisfazione. Prima cosa ho trovato un bel sasso liscio e caldo sul quale prendere il sole come una biscia. Poi ho nuotato con la mia amica feroce (una sassina) e ci siamo fatti coraggio a vicenda. Lei ha visto un galletto ne è rimasto talmente affascinata che voleva darsela a gambe legate, io volevo guadare il fiume per stanare il nemico. Nessuno di noi è riuscito nell’impresa e abbiamo fatto un bel girotondo.
Credo di aver spaventato dei sub che sono sbucati stile mostro di lochness dalle acque profonde. La mia amica cattivissima gli ha ringhiato contro, loro a far battute sul fatto che sassina che abbaia non morde, ma devo dire che io e la mia amica Bernarda stiamo facendo squadra: ci stiamo divertendo e siamo tornati a casa si fa per dire con la lingua penzoloni e sudati come caproni.
Ora io ho cercato tutto il giorno l’occhio di un pesciolino giallo sperduto nel mare ma trasformato in un fenomeno da circo stile villaggio alpibuh. L’ho cercato calpestando il selciato e spiando dietro i cancelli che un tempo erano vie, intanto mi sentivo un serpente a sonagli (la mia autostima sta levitando come quella di un levriero rasta fiero e un po’ stracchino quindi sempre più puzzolente).
Vuoi vedere che mi sono mangiato un topo? Lo sputerò in faccia al mio incantatore che poi cari amici è anche il vostro dato che siamo tutti sulla stessa barca, l’arca di Noè diretta alle Bajamar.
O vuoi vedere che il nostro è un barcone guidato da uno scafista con il naso arricciato (sempre lui) e rischiamo un bel respingimento?
Siamo clandestini in viaggio verso un paradiso perduto. Che fortuna! Così fortunati incolpevolmente.
Cicci (abbraviazione di cattiva de coccio) conviene imparare a nuotare! 
Alla frontiera ci regalano una brioches e ci fanno la doccia perché han paura del contagio. 
E poi ci rispediscono al mittente con un bel timbro.
Per questo giriamo sempre armati con l’accendino (i cagalones più sono secchi più meglio prendono fuoco). Ops ho detto più meglio e non si può!
Il tuo zebrone a pois

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