Insegna luminosa

Insegna luminosa

martedì 30 giugno 2015

ciao bella


Ciao a tutti: sono una bastarda. In cerca di adozione. No grazie.  Nella comunità dove vivo mi chiamano ginetta: è un vezzeggiativo simpatico come la loro carità pelosa.
La carità pelosa, te lo spiego Renzo caro, è quella che proviene dai buchi maleodoranti del cuore. Così a furia e dagli con questa carità pelosa del tuo buco sono diventato molto cattivo: un cane rabbioso. Vivo al canile.
Puoi anche ridere, ma tieni i tuoi polpacci lontano da me, ma soprattutto il tuo wurstelone, inversamente proporzionale al cervello (so che il concetto di inversamente proporzionale ti ha lasciato perplesso).
Sono nera e ho una macchia bianca in testa. Ho la bava alla bocca e un appetito famelico.  Mia mamma faceva la serva, ma era una signora: non ha mai avuto il coraggio di raccontarmi com’è andata, ma ho capito che si vergognava, più che di me, di sé stessa. Solo che la stessa onta me la porto addosso, l’onta della bastarda diventata rabbia.
Adesso voglio dirle, parassita, che sono un po’ meglio di lei che ride in chiesa, si fa pagare la bicchierata dal porco che mi ha armato la mano. Volevo dirle che l’aspetto ghignando e fischiettando come si aspetta la morte, e proprio per questo, so che ha paura di me. Venga qui, che le faccio una bella carbonara come quella che mangiava alla scrocca nel circoletto che era una scuola, poi magari apro le gambe, per farle fare una cavalcata che la disorcionerà, finalmente, che guarda caso ha la stessa radice di sorcio. Sei un sorcio. Vieni se hai il coraggio. Ti aspetto sulla porta in piedi, armata di una sigaretta, so che non mi dirai il tuo nome, ma che casualmente non, saprai il mio.

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