Insegna luminosa

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lunedì 29 giugno 2015

epistola


Cara Lucia
uso il mio blog personale per due o tre confidenze nell’orecchio che non sente nessuno.
Oggi qui è la festa del Santo Patrono di un paese oltreconfine. Sono tutti a casa a fare festa e io qui sola soletta (come un assito assunto in cielo, quindi profondamente marcio, roba che ci passa la luce di notte per il topo di fogna che corre sul tetto) e guarda dallo spioncino del citofono, o vede le mie belle tette rodonde nella lavatrice, insomma mi vede ovunque io vada e qualunque cosa io faccia, tanto che sa di me cose che io non sapevo.
Allora attenzione chissà perché quando i porci fanno festa, c’è sempre qualcuno che comincia a battere i denti.
Ieri per esempio ho fatto il bagno vestita.
Oggi ho mangiato una tarantola: mi sono pentita perché era mostruosamente bella.
Ho rischiato persino di essere baciata da un pitbull.
Poi mi regalano collane complicate fatte dai bambini: una soddisfazione mettersele.
Sono fatte di coccio o di cartapesta e così vorrei andare a vedere se si sciolgono nell’acqua, ma siccome sono tanto belline, non voglio tentare l’esperimento: non vorrei scioglierle nel ghiaccio…
È una vita che faccio esperimenti.
Ieri per esempio ho dato un calcio alla spia: si sono accese tutte le luci.
Sono tutta mia madre che per ingrandirlo, aveva guardato uno scorpione con il binocolo in corridoio.
Le parole hanno strane assonanze.
Una vita a piangere quello che non è mio.
Orca miseria. Mi sono venute due palle così.
Per sport vado a pesca: certi pesci vengono a galla subito.
Ma miro alla faccia del grande porco (senza offesa).
Quello che arma i pistoleri come me.
Firmato:
il tuo pistolero stanco

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