Mia
cara Bianca
Siamo
qui ed è una pizza Connection che assomiglia ad un romanzo del Manzoni, un
altro capolavoro che può essere considerato una mappazza o veramente il
nonplusultra della letteratura dell’epoca, a seconda dei punti di vista.
Io l’ho
letto due volte, I promessi sposi, la seconda in ospedale, quando mi hanno fatto la festa (sono
una alla quale casualmente non negli ospedali riservano una particolare
attenzione, per questa ragione solo all’idea di entrarci ho un attacco fulminante di diarrea a spruzzo su infermieri etetciù).
C’è
don tABBONdio, che più che essere imbarazzato su chi sposare, Renzo con Lucia,
o Renzo con una banda di pop rock indie veramente brava (ma ancora non erano
contemplate le unioni di fatto), non sa che sacchi raccogliere dopo il mercato
della domenica, quindi nell’imbarazzo della scelta, raccoglie, su ordine del
grande capo, tutto quanto, tanto pagapapà (che saremmo noi, incompasevolMENTE).
Se
poi nel nero (che brutto nome, ribadisco, per un sacco che è bianco e c’è di
tutto, se no ti cucchi il multone e io amo i neri ribadisco principalmente per
la loro grinta e vorrei una pellaccia nera come il carbòn di quei minatori che
erano i miei antenati, schiavi dei faraoni dentro le piramidi) c’è anche l’umido
del ristorante che era un bar della grande piazza, chissenefrega, non siamo
mica lì a far la raccolta differenziata, con sto carnaio….
È un’incitazione
a delinquere?
Sì,
e sono qui che aspetto la denuncia…..
Black
Jack
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