Insegna luminosa

Insegna luminosa

venerdì 3 luglio 2015

E la luna bussò


Cara Nella
Adess mi a te scrivi questa epistoletta, perché sei l’ultima arrivata nel branco: eri talmente grossa e abituata a non competere per il cibo, che qui da noi, nel gattile all’incrocio delle vie, sei dimagrita e sei diventata un figurino, come se ti avessero fatto la liposuzione.
Eri di sicuro una gatta viziata, ma anche a te, oramai, t’hanno abbandonata, qui, e qui non ci stai malaccio, ne hai persino guadagnato in salute.
TE che dal dietologo spendevi un patrimonio, seguendo la moda dei social, se qualcuno si avvicina alla ciotola, ti ghè un tal stremizio, che ti passa l’appetito.
I primi giorni, ti ho chiamata pappona, per la tua voracità, adess che ti sé una silhouette, a so minga come chiamatt.
IL tuo è stato un ricovero forzato che gattile all’incrocio delle vie.
Ora sei solidale con i volontari che fuori dalle mure protestano per te: si rischia che per tuch sto burdèl, chiamata concessione (un altro permess, che implica un balzell, come nella roccaforte di cui prima, o sotto e sopra, non so, dato che ho perso la trebisonda, da quando mi occupo di viabilità e di vivibilità), faccian chiudere il baraccone.
La mia impressiONE è che siamo tutti in da la stessa barcheta a remì, che parte piena, e torna piano, e sotto il fondale la pozza compare e i pess a se riempin de mercuri, e nù a mangem deli gran schifezz.
Quindi la cosa migliore da fare è aspettare lo sgombero con serenità e prima de fargli mao tze tze, affilarsi gli artigli.
TiMOti

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