Insegna luminosa

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domenica 9 febbraio 2020

L'animale femmina di Emanuela Canepa seduce senza volerlo

Ho finito oggi di leggere L'animale femmina di Emanuela Canepa, edito nel 2018 per Einaudi Editore. 
Sto diventando una lettrice pigra e molto selettiva e devo dire che inizialmente mi sono chiesta cosa mi facesse andare avanti nella lettura di questo romanzo, che ha vinto all'unanimità l'edizione 2017 del premio Calvino. 
Avranno capito i pochi lettori di questo blog che le mie recensioni, del tutto prive di competenza letteraria, hanno solo una valenza emotiva. Quello che cerco nella lettura è soprattutto il piacere fine a sè stesso. 
La storia è raccontata in presa diretta, in prima persona singolare, al presente, da una giovane donna fuori corso, che si è trasferita dal Sud a Padova, forse più che per studiare medicina, per fuggire una madre che le toglie l'aria, la soffoca.
Non posso raccontare la trama, che adesso si dice spoilerare. 
Non posso togliervi il piacere di ritrovarvi a strappare il tempo alla lettura, sempre più catturati, impastoiati, da un gioco di seduzione che a poco a poco si ribalta e che diventa, sotto i nostri occhi, un lento cammino di liberazione e autodeterminazione e non solo della protagonista. 
Una scrittura, quella di Emanuela Canepa, che è insieme fresca e matura e che getta una luce inedita sull'amore, come farebbe una divinità senza età che sa guardare, dall'ombra, il bello.

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