Ho frequentato in questo anno e qualche mese una Bottega. Non una a caso, ma la Bottega di Narrazione di Milano, diretta da Giulio Mozzi e nella quale insegnano pure Emanuela Canepa, Massimo Cassani, Gabriele Dadati, Claudia Grendene, Fiammetta Palpati, Demetrio Paolin, Simone Salomoni, Giorgia Tribuiani e Giovanni Zucca.
Durante questo anno ho scritto un romanzo del quale cercherò di non parlare. Cercherò di stare muta come un pesce, perché non è questo che mi interessa qui ed ora.
Mi preme ringraziare i miei insegnanti e i miei compagni di corso.
Tornare sui banchi è stata un'esperienza formidabile.
Sono stata aiutata in una maniera così delicata che non potevo immaginare, seguita, coccolata, ascoltata, vista, stimolata.
Alla Bottega di Narrazione di Milano si parla di libri e di storie e di immaginari e gli immaginari prendono forma e diventano storie e forse anche libri.
Ma è tutto reale e soprattutto onesto, perché ieri Giulio Mozzi, Giulio questo uomo magico e buono, ha tenuto per noi una lunga lezione sul mondo dell'editoria e poi ci ha dato, con estrema franchezza, con grande senso dell'umanità, un consiglio.
Se mai un giorno noi pubblicheremo un libro, quel giorno, il giorno nel quale il nostro libro uscirà, ci ha consigliato Giulio Mozzi, di andare in una libreria dell'usato e di leggere i nomi degli autori dei quali si è oggi persa la memoria.
Un memento mori struggente, un requiem all'autore dimenticato che un giorno noi potremmo diventare.
Ecco questo pensiero mi è sembrato leggero e nobile allo stesso tempo. Mi sono sentita coi piedi ben piantati, ancorati alla terra.
Così, comunque andrà, sia che il mio romanzo diventi un giorno un libro, veda la luce, sia che no, questo andare alla Bottega, che è mio, come solo l'aver cercato di imparare un'arte può essere, ha avuto un senso.
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