Insegna luminosa

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mercoledì 12 giugno 2019

Ne La notte dell'uccisione del maiale Magda Szabó è spietata e vera


Ho impiegato del tempo a leggere La notte dell’uccisione del maiale, di Magda Szabó, Edizioni Anfora, 2018.
Mi ci sono persa dentro.
I personaggi, tanti, hanno nomi che sono difficili e cambiano, a volte diventano nomignoli e soprannomi.
Sono, anzi si fanno, nonostante questo, mano a mano, riconoscibili e si elidono fino a restare due.
Forse.
Non vorrei raccontare la storia, ché non ne sarei capace, solo provare a dare conto delle sensazioni.
Forti.
La prima è di essere al cospetto di una narratrice spietata, efferata, vera.
La seconda di aver avuto tra le mani una storia, che tutta si svolge nell’arco di ventiquattro ore, ma nella quale il tempo si è dilatato, ha mutato il passo. Il mio compreso.
La terza è di aver sovvertito il mio pensavo innato senso di giustizia e quindi di essermi sentita spiazzata nella sicumera.
Ora vorrei leggere altre storie di Magda Szabó, imparare a guardare il mondo attraverso il suo sguardo luciferino.
 

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