Ho impiegato del tempo a leggere La notte dell’uccisione del maiale, di
Magda Szabó, Edizioni Anfora, 2018.
Mi ci sono persa dentro.
I personaggi, tanti, hanno nomi
che sono difficili e cambiano, a volte diventano nomignoli e soprannomi.
Sono, anzi si fanno, nonostante
questo, mano a mano, riconoscibili e si elidono fino a restare due.
Forse.
Non vorrei raccontare la storia,
ché non ne sarei capace, solo provare a dare conto delle sensazioni.
Forti.
La prima è di essere al cospetto
di una narratrice spietata, efferata, vera.
La seconda di aver avuto tra le
mani una storia, che tutta si svolge nell’arco di ventiquattro ore, ma nella
quale il tempo si è dilatato, ha mutato il passo. Il mio compreso.
La terza è di aver sovvertito il
mio pensavo innato senso di giustizia e quindi di essermi sentita spiazzata
nella sicumera.
Ora vorrei leggere altre storie
di Magda Szabó, imparare a guardare il mondo
attraverso il suo sguardo luciferino.
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