Scrivere di un Oracolo mi metterebbe in soggezione.
Gli
Oracoli, che notoriamente oracolano, sono suscettibili, dispettosi come divinità
scorbutiche.
Scrivere dell’Oracolo manuale per scrittrici e scrittori di
Giulio Mozzi (Sonzogno, 2019), no. È un Oracolo sui generis, diverso perchè unico nel suo genere.
Intanto è serissimo, ma simpatico.
Poi ci becca. Nel senso
che ho assistito agli Oracolamenti dell’Oracolo, con gli occhi di fuori come
padelle, come si assisterebbe a una rivelazione.
Tu, scrittrice o scrittore aspirante o no, sei lì, impiantata/o
o impantanata/o, impanata/o, sulla pagina, che non vai né avanti, né indietro, nel
blocco della scrittrice o dello scrittore, prendi in mano l’Oracolo, poni all’Oracolo
una domanda sul tuo testo, ma non solo, come faresti con il libro delle
risposte di Carol Bolt, o con le Strategie Oblique di Brian Eno, ai quali l’autore
si è ispirato in questo gioco che non è un gioco, quindi sfreghi la mano sull’Oracolo,
lo accarezzi rispettosamente o lo pizzichi, apri una pagina a caso e ci trovi
la risposta che ti tira fuori dalla tua debacle.
Sulle pagine accanto alle risposte ci sono delle massime, il dono generoso e utile che l’Oracolo vivente Giulio Mozzi ha
raccolto in molti anni di esperienza di scrittore, talent scout e insegnante alla
Bottega di Narrazione di Milano.
Agota consulta l'Oracolo |
Nell’Oracolo ci sono anche le figure: i cactus, perché
scrivere è una faccenda spinosa.
I cactus, seppur con le spine, nell’Oracolo
sono altrettanto simpatici: li hanno disegnati Lise & Talami.
Quindi riassumendo: l’Oracolo di Giulio Mozzi
non mette soggezione, è simpatico, ci azzecca, è utile e generoso.
Parola di oracolata.
Provare per credere!
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