Insegna luminosa

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giovedì 25 settembre 2014

Le battute (in)felici dei dottori


Siamo, nel Consiglio Comunale, in un consesso di dottori, dottoroni e dottorini dotti e beneducati. Chi laureato in architettura, chi in legge, chi in medicina, etc. etc. etciù.
Talmente fini che “con sesso” è proprio la parola giusta, visto che le battute sessiste o a sfondo sessuale non sono mancate.
Lasciamo perdere il fatto che qualcuno ci abbia detto che non capiamo niente di amministrazione (al terzo consiglio comunale al quale partecipiamo, siamo i primi ad ammetterlo), peccato che al nostro intervento sulla dichiarazione di voto, per la ratifica del bilancio, con richieste precise all’assessore competente, costui non abbia spiccicato parola (forse a capirci poco, siamo in buona compagnia).
Ma vediamo un po’ il gioco, anzi i giochetti di parole: “lei deve essere instradata”, intendeva al diritto amministrativo: chissà se dicessero la stessa cosa a una sua parente donna (moglie, figlia o sorella), come reagirebbe. Ma non pensiamo male, “non si offenda!”, lui voleva dire “istruita”! Forse siamo noi le permalose.
Altro giochetto alla votazione: “l’hai messo dentro?”, “Dai che entra”, “oh, è entrato”: non è un dialogo su una penetrazione, anche se così pare: il dottore si riferiva ai bigliettini dell’urna. Forse qui siamo noi un po’ maliziosi. Mah.
Non è soddisfatta”, ribadito, alla risposta data alla nostra interpellanza.
Peccato che la risposta contenesse aria fritta e che la nostra interpellanza denunciasse una grave violazione della normativa sugli appalti pubblici.
Meditate gente, e beveteci sopra una bella birra, perché come dicono a Napoli “cà nisciuno è fesso”.
Baci e abbracci e in alto i cuori!

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