Noi
siamo stracci. Stracci per raccogliere il dolore, non diversamente da come
Holden voleva una coperta per coprire il suo corpo morto.
Così
Lidia Zitara, non si capisce e non importa, se citando o no, MC Carthy,
esordisce nella sua recensione di “The crossing”, che io non ho ancora letto e
non so se leggerò.
Què es nel saco?
Los huesos de mi hermano.
Los huesos de mi hermano.
Oppure nel sacco possiamo portare
le nostra ossa stanche e parcheggiarle in doppia fila, ma questo è il solito
commento stupido.
Ad aspettarci, dopo un viaggio
lungo e sofferto potremmo trovare un cane, al quale tirare un bastone, emblema
del nostro dolore.
Tutto questo per consigliarvi il
blog “giardinaggio irregolare” di Lidia Zitara appunto, http://giardinaggioirregolare.com/tag/the-crossing/
e anche “The crossing”.
Ogni tanto ci piace viaggiare di
fantasia.
Per quanto riguarda i nostri
lidi, la stagione forse è stata un po’ triste, per via dei mondiali e del
maltempo, ma questo non c’era bisogno di dirlo.
salùt
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