Insegna luminosa

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sabato 13 aprile 2024

Invernale di Dario Voltolini: il dolore universale...


Invernale di Dario Voltolini (La nave di Teseo, 2024, pag. 140, euro 17) è un memoir intenso e scritto magistralmente.

L'incipit, crudo e movimentato, tutto si svolge nel mercato di Porta Palazzo a Torino e descrive, come in una presa diretta che impressiona per la sua forza, un incidente sul lavoro: mentre sta sezionando un animale con un coltello, il padre dell'Autore si taglia un dito sul ceppo, dito che viene riattaccato alla mano in ospedale, ma che non funzionerà più come prima.

L'incidente segna uno spartiacque, nella vita del padre e di conseguenza del figlio.

Da lì un'infezione. Uno scarto nella salute dell'uomo, nella quotidianità di una famiglia.

Gino, il padre, grande lavoratore, continua la sua vita, dividendosi tra il bancone della macelleria al mercato e le incombenze con i fornitori, la caccia, le partite di calcio e tu ci rivedi tuo padre, in quel padre, e ti rivedi in quel figlio.

La malattia che arriva, subdola, invisibile, la diagnosi letta su un'enciclopedia, la resistenza, la stanchezza, i silenzi riempiti di gesti che diventano sempre più faticosi, i viaggi a Villejuif, i referti che si accumulano, le lettere tra i medici.

Fino all'ultimo viaggio e al grande freddo. Un elemento quasi magico, soprannaturale eppure reale.

Un libro molto bello, una scrittura precisa, scarna, scabra, essenziale.

Può l'intimo diventare universale?

Leggendo Invernale la risposta non può che essere sì.

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