Insegna luminosa

Insegna luminosa

giovedì 16 maggio 2019

Per le questioni spinose... ci vuole un Oracolo con i controcactus!!!

Scrivere di un Oracolo mi metterebbe in soggezione. 
Gli Oracoli, che notoriamente oracolano, sono suscettibili, dispettosi come divinità scorbutiche.
Scrivere dell’Oracolo manuale per scrittrici e scrittori di Giulio Mozzi (Sonzogno, 2019), no. È un Oracolo sui generis, diverso perchè unico nel suo genere.
Intanto è serissimo, ma simpatico. 
Poi ci becca. Nel senso che ho assistito agli Oracolamenti dell’Oracolo, con gli occhi di fuori come padelle, come si assisterebbe a una rivelazione.
Tu, scrittrice o scrittore aspirante o no, sei lì, impiantata/o o impantanata/o, impanata/o, sulla pagina, che non vai né avanti, né indietro, nel blocco della scrittrice o dello scrittore, prendi in mano l’Oracolo, poni all’Oracolo una domanda sul tuo testo, ma non solo, come faresti con il libro delle risposte di Carol Bolt, o con le Strategie Oblique di Brian Eno, ai quali l’autore si è ispirato in questo gioco che non è un gioco, quindi sfreghi la mano sull’Oracolo, lo accarezzi rispettosamente o lo pizzichi, apri una pagina a caso e ci trovi la risposta che ti tira fuori dalla tua debacle.
Sulle pagine accanto alle risposte ci sono delle massime, il dono generoso e utile che l’Oracolo vivente Giulio Mozzi ha raccolto in molti anni di esperienza di scrittore, talent scout e insegnante alla Bottega di Narrazione di Milano.
Agota consulta l'Oracolo
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Nell’Oracolo ci sono anche le figure: i cactus, perché scrivere è una faccenda spinosa. 
I cactus, seppur con le spine, nell’Oracolo sono altrettanto simpatici: li hanno disegnati Lise & Talami.
Quindi riassumendo: l’Oracolo di Giulio Mozzi non mette soggezione, è simpatico, ci azzecca, è utile e generoso.
Parola di oracolata.
Provare per credere!

sabato 11 maggio 2019

La proibizione di Valentina Durante è un romanzo di inaudita bellezza

La proibizione di Valentina Durante (Laurana Edizioni, 2019) è un romanzo di rara, perturbante bellezza.
L’uso che Valentina Durante fa in questo romanzo della lingua, e la storia, che declina in maniera sempre diversa un pensiero ossessivo, e così lo amplifica al parossismo, sono avviticchiati. 
Come edera.
Mentre il respiro, che accompagna la lettura, cambia ritmo, a volte si eccita, a volte si impaurisce, a volte rimane sospeso, la storia de
La proibizione, e il come è narrata, invischiano, tolgono il fiato.
«Le cose belle viste da vicino possono essere spaventose.» Così scrive Valentina Durante.
In questo libro accade al lettore, a noi, esattamente il contrario: avvicinandoci, come potrebbe fare un entomologo, a quanto di più spaventoso può capitare, noi veniamo catturati dalla sua bellezza.
Rimane, alla fine della lettura, un senso di stupore. Come di straniamento.
Consapevole però.
La gratitudine verso l'arte che sublima qualcosa che non avevamo mai sentito raccontare, e così, in maniera potente e naturale insieme. Che il non dicibile possa essere narrato, il proibito avere diritto di cittadinanza, ci restituisce una parte mancante, che forse era stata amputata.