Insegna luminosa

Insegna luminosa

venerdì 16 dicembre 2022

Di Olive Kitteridge e della scoperta dell’acqua calda, ovvero di quanto sia brava Elizabeth Strout, ma io faccio queste scoperte tardive, sorry

Sono contenta di aver letto Olive Kitteridge di Elizabeth Strout [Fazi Editore, euro 18.50].
Faccio queste scoperte dell'acqua calda, ovvero tardive, poi mi meraviglio di me stessa.
Il libro, come tutti quelli che ho amato, ci ha messo un po' a catturarmi, poi mi sono accorta che quel fastidio, quella riluttanza, si trasformava in pensieri sulle storie, insomma me lo portavo in giro, nei miei lunghi tragitti in macchina, ci pensavo sopra e ci ritornavo e mi chiedevo chissà che fine farà quel personaggio, chissà se ritorna, chissà che diavolo gli succede.
Apparentemente una raccolta di racconti lunghi, tutti che però ruotano intorno alla figura di Olive, una figura imponente anche nel fisico, di donna matura e grande, alta e grossa, dal carattere non proprio dolce, il romanzo in realtà racconta quello che succede agli abitanti di Crosby, un  villaggio nel Maine, con una puntatina a New York.
Olive è un'anziana insegnante di matematica in pensione, di quelle che facevano paura agli studenti. Solo questa informazione basta a rendermela antipatica da subito. Di fatto Olive, e con essa la Strout, non ammicca mai al lettore e siccome questo, tra il brusco e il lusco, a me, da lettrice, in definitiva, piace [sono fatta un po' al contrario], è andata che mi sono trovata invischiata nella vita e nello sguardo severo della professoressa Kitteridge.
Ci sono scene che rasentano più che il perturbante, il grottesco, come quella della rapina al pronto soccorso, con Olive legata meni e piedi e che indossa solo una camice di plastica. C'è una pianista sola e alcolizzata. C'è una ragazzina che muore di anoressia. C'è un anziano padre che non riesce ad accettare che la propria figlia sia lesbica.
C'è molta provincia, in senso buono [questo commento scritto da me che vivo al confine fa quasi ridere], è un romanzo zeppo di vita.
E poi quel finale, Dio abbia in gloria la Strout, che non voglio rivelare per quell'unico al mondo che non abbia ancora letto il romanzo e legga invece il mio blog, quel finale ha aperto un varco di luce, così calda che.... Finalmente ragazzi, un finale come Dio comanda, che di tragedie non se ne può più [non so voi, parlo per me].
Di Olive Kitteridge e di altri romanzi belli parleremo, anche, al corso di Scrittura autobiografica e non solo, che terrò con le mie sodali in quel di Verbania a partire da lunedì sera 19 dicembre 2022.
Ci sono ancora alcuni posti liberi, chi fosse interessato mi scriva in privato.

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