Casa mia è divisa in zona giorno, dove vive il cane, e zona
notte, dove vivono le gatte. Come dice anche il proverbio, cane e gatto non
vanno d'accordo, sono appunto come il sole e la luna, il giorno e la notte, appunto.
Comunque nella zona giorno, dove c'è la cucina, una volta
c'era un garage. Quando abbiamo ristrutturato, per alzare il pavimento a
livello del resto della casa e per isolare, abbiamo messo degli igloo di plastica. Non so perché, ma
questa cosa di avere in casa gli igloo mi ha esaltata e per un po' dicevo la
parola igloo a tutti.
La cucina vera e propria, intesa come mobili e piano cottura
e frigorifero e lavandino e forno, occupa un lato e un angolo di quello che era
appunto il garage, in mezzo c’è il tavolo. Le gambe del tavolo, che è rotondo e
allungabile, sono state mangiate dal cane. Sul frigorifero ci sono, ma questo è
un classico, le calamite. La mia preferita è un'aragosta rossa a pois che
quando si apre il frigorifero muove le zampette: una si è rotta, quindi l'ho
incrociata su un'altra. Accanto alla finestra c’è una
libreria: ci ho messo tutti i miei libri di ricette e sopra spenzola una sorta
di edera non rampicante, ma cascante appunto. Credo si chiami Cissus.
Tutto il resto è uno spazio aperto, nel centro del quale
troneggia una stufa mangiatutto, talmente brutta che mi ci sono affezionata. E'
marrone e sulla canna fumaria c'è una corona con quelle bacchettine alle quali,
quando la stufa è accesa, noi appendiamo la robettina ad asciugare. Con robettina
intendo calze e mutande.
Dall'altro lato della stufa, dove c'è la porta d'ingresso,
c'è un divano letto. Lo teniamo insieme con delle fascette da elettricista,
altrimenti si aprirebbe. Quando vengono i nostri parenti, noi dormiamo lì e
quando è chiuso ci metto sopra dei grossi teli batik, comprati al mare in
estate.
Davanti al divano c'è un mobile tondeggiante e sopra il mobile la
televisione. La televisione prima era piccola, adesso è gigante e copre quasi
del tutto il quadro che si trova appeso alla parete. Il mobile tondeggiante
ereditato dalla zia di mio padre, la zia Lisa, un tempo era marrone, poi l’ho
fatto laccare di bianco e ho messo dei pomelli colorati sulle ante. Il cane ha rosicchiato anche quelli.
La porta d'ingresso prima era una finestra: è di legno
laccato di grigio e al centro ha una finestrella a forma di rombo, di vetro
satinato. Ci ho appeso sopra l'effige in terracotta di una divinità che tira
fuori la lingua e, accanto, anche un paio maschere di legno: sono sarde e si dice
proteggano gli abitanti della casa.
Tra il divano e il mobile della televisione, di fronte alla
cucina, c'è una portafinestra che dà su una terrazza che porta al giardino. Un
tempo la portafinestra era una finestra e non c'era la terrazza. Accanto alla
portafinestra, sul pavimento da un lato ci sono delle orchidee: fioriscono e
sfioriscono da alcuni anni e ogni volta che questo si ripete mi sento piena di
gratitudine. Invece tra il divano e la porta c’è un ficus, vuole poca acqua, mi
ha detto il fiorista quando l’ho comprato: è ancora vivo e anche questo mi
stupisce.
Accanto al mobile del televisore c’è un comodino, me l’ha
regalato la zia di mio marito, e sopra ho messo una grossa euphorbia, anch’essa
viva da quasi un anno.
Nella zona notte, quella delle gatte, ci sono un lungo
corridoio, due camere ai lati e un bagno e quello che doveva essere un altro
bagno, ma ho finito i soldi della ristrutturazione, così è diventato un
ripostiglio. Dentro il ripostiglio c'è anche la lavatrice. La lavatrice quando
ha finito di lavare suona una musichetta allegra.
La cameretta più piccola doveva essere quella dei bambini. Ha
due lati corti e due lunghi, così è
lunga e stretta: per smorzare ho escogitato un effetto ottico, facendo verniciare
i lati corti di grigio più scuro del grigio dei lati lunghi. Ho chiesto agli
imbianchini di dipingere una striscia rossa fiammante a circa due terzi di
altezza della parete lunga che proseguisse poi nel corridoio. Li ho sentiti
mentre ero nel bagno, che è proprio accanto, ironizzare sul fatto che come
camera dei bambini fosse piuttosto tetra e forse avevano ragione. Comunque
nessun bambino in quella camera, alla finestra della quale avevo messo tendoni
a strisce bianche e rosse, ha mai dormito finora.
Il bagno è luminoso, come il resto della casa, lì ci sono
anche due lettiere per le gatte: gli amici si vedono nel momento del bisogno,
non so perché mi viene in mente questa frase, ma la associo al bagno. Ho appeso
a un portasciugamani una pianta grassa che quando la innaffio si gonfia e ha
dei pallini cascanti. La pianta si chiama Senecio.
In corridoio ho fatto appendere degli adesivi di uccellini di
forme diverse che prendono il volo, da sopra la linea rossa. In corridoio c’è
la mia libreria. Avevo cominciato a mettere ordine, dividendo i libri per
genere e autore quando, con la scusa di timbrarli con il mio ex libris, li ho tirati giù uno alla
volta, ma quasi subito mi sono stufata e li ho lasciati così, nel loro
disordine dimezzato.
La nostra camera è piuttosto grande e quadrata, una volta
avevamo un letto di ferro battuto, poi l’abbiamo sostituito con un uno di
legno. Nella camera il pavimento è di graniglia rosa: era quello di mia nonna e
non ho voluto cambiarlo, anche se quando cammini a piedi nudi è piuttosto
freddo. Sulla finestra ho messo delle tende con un motivo a losanghe, color
lavanda: le avevo comprate al mercato equosolidale.
Separa la zona giorno dalla zona notte, oltre a una porta a
scrigno, un cancelletto, e il cane cerca di travolgerlo se è chiuso, ma se è
aperto, non lo oltrepassa, forse perché quello è il confine invalicabile con un
territorio che non gli appartiene, il limite insuperabile tra il giorno e la
notte, più probabilmente perché sa che se andasse nella zona notte, i gatti la
farebbero nera, di fatto è una cucciolona nera.
Una volta è scappata una delle due gatte, allora abbiamo
chiuso l’altra in bagno e il cane in camera, perché la gatta potesse rientrare
dalla terrazza. Per paura o per dispetto il cane ha fatto la pipì sul nostro
letto. Ce ne siamo accorti a mezzanotte e abbiamo dovuto recuperare il
materasso del lettino della cameretta, che però è rimasto sollevato e il nostro
letto è diventato simile a quello di un ospedale.
Mio marito si è arrabbiato, io ho riso di quel piccolo
incidente animalesco, perché per me le tragedie sono altre.