Insegna luminosa

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venerdì 8 maggio 2015

Utopia, atopia, distopia... della serie: volemosse bene, ma anche no


L’ultimo consiglio si è celebrato il 27 aprile al fotofinish per l’approvazione del bilancio consuntivo dell’anno scorso.
Quindi il piatto forte è stata questa trattanda, alla quale abbiamo puntigliosamente risposto con le nostre osservazioni e questa volta non ha replicato l’assessore al bilancio, preso in contropiede:
il bilancio è uno strumento di attuazione del programma di governo, quindi pur essendo tecnico (e chi ci capisce è bravo) è strettamente politico.
Evito di salire in cattedra, ma il nostro bilancio ha visto drasticamente diminuire, anche per una questione di tagli, proprio le spese per la scuola materna ed elementare, l’asilo nido, i servizi di assistenza e beneficenza e servizi alla persona e i servizi relativi al commercio.
Il nostro bilancio è stato salvato dagli oneri di urbanizzazione, e quindi ci siamo chiesti: senza le entrate straordinarie, il bilancio del Comune sarebbe stato in deficit?
The answer my friend, is blowing in the wind.
C’erano poi alcuni punti ai quali non si poteva che votare sì, ma c’è chi dice no.
Alla trattanda per l’adesione alla dichiarazione d’intenti per un finanziamento europeo su una ciclabile sulla litoranea, personalmente, ho votato no:
la parola utopia ha una brutta radice. Di solito, a meno di una gran botta di fortuna, non si realizza, costa un fracco di soldi in studi di fattibilità e dà il via al carosello dei magna magna di fondi comunitari, per qualcosa che sarebbe anche pericoloso.
I ciclisti sulla SS.34 dovrebbero proprio evitare di correre, perché rischiano la vita: qualcuno abbia il coraggio di impedirglielo.
Quindi le nostre interpellanze: sei.
Elencarle mi passa la voglia, sono già stanca di scrivere. Le più importanti riguardavano l’asilo, il carnevale, la fattura della Navigazione.
L'Asilo verrà traslocato alle scuole medie, che saranno ampliate. Il vecchio stabile potrebbe diventare una caserma dei carabinieri. Sembra il gioco del domino, o sembra di essere a Monopoli: sposto di qui, che sposto di là, ma non a costo zero, anche qui c’è un bel movimento.
Altra interpellanza sugli atti di vandalismo e i disastri dello scorso carnevale: lì eravamo leggermente intimoriti (scherzo né), perché qualcuno aveva invitato tutto il comitato che ci tagliava con lo sguardo, ma i responsabili del putiferio infernale che si è creato il sabato grasso non erano loro, sia ben chiaro, ma i soliti quattro imbecilli che rovinano la festa, ha specificato più volte qualcuno.
Dulcis in fundo, il conto salato della navigazione lago Maggiore per il battello per gli studenti durante la frana: solito balletto di numeri, solito elogio alla “casa dei cannobiesi”, che ci ha cariato i denti, qualcuno che si catapulta in prefettura mentre viene giù la montagna (l’iperbole ci ha fatto vacillare), e buonanotte ai sognatori.