Cercherò
di non farla troppo lunga. Si sa che le donne alle volte “se la vanno a
cercare” una certa violenza fisica, se va bene solo verbale: c’è chi va
in giro in minigonna ascellare col tacco dodici, c’è chi, forse per un innato
ph acido, ama sfrugugliare nel fango, e poi ci lascia il naso.
Le malcapitate,
di solito, non si piangono addosso (le spalle larghe scarseggiano), non
ingaggiano guerre contro i mulini a vento o contro le pecore che non sono i
saraceni… alle volte aprono e scrivono un blog.
Noi
cosa abbiamo fatto?
Semplicemente
contestato alla giunta che ha deliberato una delibera che ha indotto il
caposettore a redigere una determina per l’affidamento diretto dell’incarico di
direzione tecnica del Teatro Nuovo per i prossimi cinque anni, ad un
professionista per il quale nutriamo (c’è sempre una radice topesca), comunque
rispetto.
Difficile non inciampare nel linguaggio tecnico: la
delibera di giunta dava mandato al caposettore di provvedere “con urgenza”
all’affidamento della gestione direzione tecnica del Teatro Nuovo.
L’urgenza
noi non l’abbiamo capita: si conosce la data di scadenza di un contratto dal
momento nel quale viene stipulato, ovvero due anni fa.
L’affidamento
è stato fatto in maniera diretta poiché il caposettore (sul quale pare noi ci
si voglia accanire, ma che più probabilmente è un’altra vittima del sistema) ha
fatto un sondaggio, così ci è stato risposto, per accertarsi della disponibilità di altre ditte,
che ha avuto però esito negativo: tutti, tranne lo stesso professionista, hanno
rifiutato, nonostante l’entità della cifra, proveniente dal ristorno tasse dei
frontalieri.
Ora,
ci sta tutto, ma quando si tratta di quasi duecentocinquantamila euro, senza
iva, in cinque anni, ci sono delle regole precise, che non abbiamo scritto noi.
Sono
le regole per l’affidamento degli incarichi nell’amministrazione pubblica, che
deve avvenire secondo una ben specificata procedura di appalto.
E
questo è quanto.